MHSR (Birch Cooper e Brenna Murphy), Field Transducer Circuit, 2023. In Salto nel vuoto. Arte al di là della materia (GAMeC, 2023). Installation View ph. Antonio Maniscalco
Un lungo estratto da “Informational Ghosts. Arte e (im)materialità dell’informazione”, il mio saggio in catalogo per la mostra Salto nel vuoto. Arte al di là della materia (GAMeC, 2023), è ora disponibile online su Artext. A questo link trovate invece il prezioso catalogo della mostra, edito da Officina Libraria.
Installation view. Photo Nicola Morittu, courtesy Exposed Torino Foto Festival
What follows is a short introduction I wrote for the booklet of the exhibition A View from Above (curated by Domenico Quaranta, Salvatore Vitale and Samuele Piazza at OGR Torino for EXPOSED. Torino Foto Festival). The show can be visited from May 2 to June 2, 2024. Italian version below More info
In an order issued on October 25, 2023 in the District Court of Central California, judge John Walter condemned artists Ryder Ripps and Jeremy Cahen to pay Yuga Labs, the company behind the NFT collection Bored Ape Yacht Club (BAYC), about 1.6 million dollars, including statutory damages, fees and other costs. The decision followed a summary judgement issued on April 21, 2023, saying: “The court granted summary judgment in Yuga’s favor on its false designation of origin and cybersquatting claims, and against defendants’ First Amendment, nominative fair use and unclean hands affirmative defenses, as well as defendants’ counterclaim for knowing misrepresentation of infringing activity.” I wrote this essay for a workshop held at the University of London in September 2022, and first sent it to the editors in March 2023. It has been released recently as part of the book NFTs, Creativity and the Law: Within and Beyond Copyright, edited by Enrico Bonadio and Caterina Sganga, and published by Routledge. In it, I contextualize Ripps’ practice as conceptual appropriation art. Judge John Walter, I strongly disagree with you.
Domenico Quaranta, “‘If You Don’t Want Something Stolen, Don’t Put it on the Net’. Appropriation Art from Early Net Art to NFTs”, in Enrico Bonadio, Caterina Sganga (eds.), NFTs, Creativity and the Law: Within and Beyond Copyright, Routledge, London 2024, pp. 201-217.
I’m in this big expensive book with a short text about an artist I love and I’m happy to share it with you! “Encompassing the entire NFTs ecosystem — from algorithmic art to avatars — the first major art history survey of this field includes 10 academic essays and richly illustrated profiles of 101 key artists. Connecting the disruptive contemporary medium to its art historical context, this volume offers a deep dive into the sphere of non-fungible tokens and is also available for purchase in crypto.”
“Domenico Quaranta On Casey Reas”, in Robert Alice (Ed.), On NFTs. Collector’s Edition, Taschen, Koln 2024, pp. 144-145
Alberto Fiz mi ha fatto un paio di domande per un articolo poi pubblicato sul Giornale dell’Arte, sull’arte digitale nel mercato dell’arte e sugli effetti della bolla speculativa degli NFT. A seguire il Q&A integrale.
AF. Sto facendo un’inchiesta sul Giornale dell’Arte sulle ragioni secondo cui il mercato dell’arte snobba l’arte digitale nonostante abbia un ruolo sempre più significativo. Tu stesso ne parli nel tuo libro Media, New Media, Postmedia scrivendo: “Il mondo della New Media Art si regge su un’economia che non prevede nel suo sistema di distribuzione un mercato dell’arte.” In che senso? Pensi che ci possa essere un sistema di mercato alternativo?
È un fenomeno evolutivo interno al processo di automazione dei mezzi di produzione del tardo capitalismo. Il suo fine primario non è l’arte, è l’estetizzazione delle merci.
L’arte la può usare, come usa e ha usato altri strumenti nati allo stesso scopo: ma quando lo fa, il suo è sempre un atto di appropriazione, un uso deviato e illegittimo.
Se polarizzazione ci sarà, non sarà tra arti tradizionali e arti digitali, ma tra artisti che usano l’IA in questo modo e industrie creative che producono merci estetizzate.”
Jonas Lund, The Future of Something, 2023. Still da video. 13’ 41’’. Courtesy l’artista.
“Ora che le abbiamo dato un nuovo nome, sosterremo ancora l’idea che SALAMI svilupperà una qualche forma di coscienza?” SALAMI è l’arguto acronimo di “Systematic Approaches to Learning Algorithms and Machine Inferences” [Approcci sistematici agli algoritmi di apprendimento e alle inferenze automatiche], una definizione proposta dall’informatico e politico italiano Stefano Quintarelli nel 2019 come un modo più obiettivo e onesto di riferirci a tutto ciò che attualmente chiamiamo Intelligenza Artificiale (IA). Quintarelli è convinto che il primo bias dell’IA sia il suo nome, che implicitamente suggerisce la possibilità che le macchine sviluppino una qualche forma di coscienza, emozioni e personalità, arrivando a superare i limiti dell’umano. Rinunciare al nome che gli diede nel 1956 il matematico americano Marvin Minsky sarebbe dunque il primo passo verso una necessaria demistificazione dell’Intelligenza Artificiale.
Si apre l’ultimo mese della mostra “Salto nel vuoto. Arte al di là della materia”, che ho curato con Lorenzo Giusti per la GAMeC di Bergamo, e che ha già attratto in città migliaia di visitatori. La mostra è accompagnata da un ricco catalogo, pubblicato solo in lingua italiana in collaborazione con Officina Libraria, che affianca ai testi curatoriali e alle schede delle opere una selezione di testi tradotti in italiano per l’occasione.
Lorenzo Giusti, Domenico Quaranta (a cura di), Salto nel vuoto. Arte al di là della materia. Catalogo della mostra, GAMeC, Bergamo e Officina Libraria, 2023. 469 pp., 156 ill. a colori, ISBN: 9788833672359, € 40,00
Il volume rivolge lo sguardo a quegli artisti e artiste che, in tempi diversi, hanno indagato la dimensione del vuoto negandola nella sostanza o identificandola quale mera dimensione ideale, o il cui lavoro si è rivelato in grado di riflettere i cambiamenti epocali nella percezione della dimensione materiale, introdotti dall’emergere dei paradigmi del software e dell’informatizzazione, così come dalla rivoluzione digitale e dalla sua sistematizzazione. Il catalogo della mostra esplora il tema della smaterializzazione e crea un racconto trasversale che evidenzia le connessioni esistenti tra le indagini sul vuoto – intraprese dai primi movimenti dell’avanguardia storica e sviluppate dai gruppi sperimentali del secondo dopoguerra –, le ricerche sul flusso risalenti agli anni della prima informatizzazione e l’utilizzo di nuovi linguaggi e realtà simulate nell’epoca post-digitale. Il volume si apre con i testi dei curatori Lorenzo Giusti e Domenico Quaranta, si articola in tre sezioni tematiche – Vuoto, Flusso e Simulazione – che inquadrano altrettante modalità di messa a fuoco, rappresentazione ed espressione dei principi della smaterializzazione. L’introduzione di ciascuna sezione del catalogo è affidata a un testo di carattere scientifico, inedito in lingua italiana: Karen Barad per la sezione dedicata al Vuoto, Luciano Floridi per la sezione dedicata al Flusso e Myron W. Krueger per la sezione dedicata alla Simulazione. Approfondimenti sulle opere in mostra sono affidati a storici dell’arte italiani e internazionali. Chiude il volume la ripubblicazione di un saggio di Italo Calvino, derivato da una conferenza del 1967 intitolata Cibernetica e fantasmi, in cui lo scrittore si sofferma sull’impatto della teoria dell’informazione sulla letteratura, sulla creazione e sulla nostra visione del mondo, sulla fine dell’autore, sul rapporto uomo-macchina, e su quella che allora non veniva ancora chiamata intelligenza artificiale.
Testi sugli artisti di: Claudio Musso, Marco Meneguzzo, Paolo Campiglio, Marlies Wirth, Giacomo Pigliapoco, Pau Waelder, Paola Lagonigro, Charlotte Kent, Tina Sauerlaender, Valentina Tanni, Peggy Schoenegge, Anna Daneri
For the online exhibition The Byzantine Generals Problem, which is still available online at Distant.Gallery, Aksioma produced an exhibition booklet which still sums up very well what I believe art on the blockchain is and shoud be. Check it out at the link below!
Domenico Quaranta, The Byzantine Generals Problem, exhibition booklet, Aksioma – Institute for Contemporary Art, Ljubljana 2022
Back in December 2021, I curated an online exhibition aiming “to stimulate a conversation with contemporary artists about the future of human visual culture, and to investigate how they are working, in different ways, on the development of a visual language capable to resist the machine gaze and its implications, and to improve human visual communication—a post-AI, posthuman human vision.” It was fun, and 15 months later it’s nice to see that some works produced in response to the show are still blossoming and spawning new shoots (some of them are also still available for relatively cheap collecting on Feral File).
Apart from this, I just realized that two texts produced for this show were never properly posted on this blog. I do it now, in a moment in which some concerns raised at the time might resonate in a very different way. The first is my exhibition essay, the second is a long interview with scholar Antonio Somaini, focused on “The Meaning of “Vision” and “Image” in the Age of AI”.