Il computer come studio d’artista. Valentina Tanni su Studio Visit

Exhibitions

“Oggi… computer e smartphone sono presenze ubique e centrali nelle vite di gran parte della popolazione; sono allo stesso tempo strumenti di lavoro, apprendimento, creazione, intrattenimento e comunicazione interpersonale. In questo quadro, naturalmente, non fanno eccezione gli artisti. E se tutti, indipendentemente dal medium d’elezione, si sono trovati a inserire una quota di screen-time nella routine quotidiana, per altri invece lo spazio dello schermo è diventato un prolungamento dello studio fisico, quando non la sua unica incarnazione. ” Valentina Tanni scrive di Studio Visit su Artribune, in un pezzo che include anche alcuni frammenti di un dialogo che abbiamo avuto via email. Lo includo in forma integrale qui sotto, a beneficio degli storici del futuro (❁´◡`❁)

Review: Régine Debatty

Book

Régine Debatty, “Book review – Media, New Media, Postmedia“, in We Make Money Not Art, August 27, 2011.

“It’s not every day that i feel like recommending a publication to anyone interested in new media art. No matter the depth of their involvement with new media art, no matter their degree of expertise. Whether you’re a student, an academic and someone who curates or collects contemporary art and is ‘just curious about new media art’, Media, New Media, Postmedia is one book you ought to read. The catch is that, so far, the book is available in italian only. The abstract i butchered above as well as the list of contents are available in english online. It’s not much but it should give you an idea of the breadth and tone of the publication. Media, New Media, Postmedia is a brave book, one that might ruffle a few feathers sometimes (but oh so elegantly!) The publication gives a carefully researched overview of the state of the ‘new media art vs contemporary art world’ debate, navigating deftly between opinions and ideas. As far as i know Media, New Media, Postmedia has no equal in english and i do hope Quaranta looks for and finds a publisher who will be willing to translate it.” Go on reading…

Review: Flaminio Gualdoni

Book

Flaminio Gualdoni, “Domenico Quaranta, Media, New Media, Postmedia“, March 2011.

Guardando agli ultimi due decenni, si può ben dire che una parte assai significativa, forse la più importante, della ricerca è estranea al sistema di istituzionalizzazione dell’arte: perché disconosciuta, ma soprattutto perché ha scelto una programmatica estraneità.

Muove da queste considerazioni il ragionamento lucido di Quaranta, l’unico studioso oggi in grado di muoversi lucidamente sul confine tra pratiche canonizzate e pratiche variamente escluse o autoescluse: e s’interroga proprio sul perché questo confine sia stato tracciato, e su chi lo presidii.

Review: Exibart

Book

Marco Enrico Giacomelli, “Per un pugno di pixel”, in Exibart Onpaper, n° 71, gennaio – febbraio 2011, p. 65. Downloadable pdf here

Una adeguata e intelligente discussione preliminare su terminologia e differenti punti di vista; una rosa limitata di nomi e di esempi, utilizzati quando necessario per illustrare tesi e ipotesi, o dare avvio a ulteriori ragionamenti; sicurezza e chiarezza nel “maneggiare” vecchi e nuovi orientamenti critici; e infine, un numero limitato di proposte teoriche e pratiche per far proseguire il discorso. Pare il decalogo del buon scrittore di saggi, ed è rispettato in toto da Domenico Quaranta in questo suo nuovo libro, il primo dal respiro teorico ampio. Se poi si va a guardare il soggetto dell’analisi, il fatto è ancora più encomiabile, poiché si tratta di quella nebulosa costellazione che è la cosiddetta New Media Art.
Invitando caldamente a leggere il libro – un invito rivolto sia ai “frequentatori” dell’ambiente che ai profani più o meno supponenti – proponiamo una breve sintesi delle posizioni di Quaranta. Cominciando dall’esortazione iniziale a considerare la NMA in chiave sociologica e non tecnologica: “L’espressione NMA descrive l’arte che viene prodotta, discussa, criticata, consumata all’interno di uno specifico ‘mondo dell’arte’”; e ancora: “L’unicità della NMA nell’orizzonte contemporaneo risiede […] nella sua familiarità con le conseguenze culturali che l’avvento di questi media ha prodotto”.