Qualche settimana fa NOT ha pubblicato un paio di estratti in italiano dal volume Surfing con Satoshi. Arte, blockchain e NFT (Postmedia Books, Milano 2021), con un breve cappello introduttivo. Lo trovate qui:
Domenico Quaranta, “NFT changed my life! La blockchain sta reinventando il futuro?”, in NOT, 6 ottobre 2021.
In un post recente su Facebook, il teorico dei media Florian Cramer ha dichiarato: «Dopo che due persone nel pubblico del simposio di Gogbot [un festival olandese] hanno affermato che tutti i problemi con le false informazioni e le campagne di fake news potrebbero essere risolti con gli NFT, ne sono convinto: blockchain = QAnon per persone con titoli di studio superiori». Nel suo sarcasmo, Cramer coglie un aspetto peculiare della mentalità dei criptoentusiasti: la loro assoluta fiducia che la blockchain possa aiutare a risolvere gran parte dei problemi del mondo contemporaneo, inclusi quelli generati dalla blockchain. A ogni obiezione che viene opposta alle loro soluzioni, rispondono sorridenti e serafici: non essere così miope. Guarda più in là: aggiustiamo a questo codice, aggiorniamo il meccanismo di consenso, et voilà, il problema è risolto. Difficile dire se sia strategia imprenditoriale, ingenuità da neofiti o una combinazione di entrambe. Certo è che questo entusiasmo è quasi sempre benedetto da ingenti flussi di criptovaluta. Dietro ogni artista disposto a dichiarare che «gli NFT mi hanno cambiato la vita», c’è senz’altro il piacere di sentirsi parte di una comunità, di sperimentare nuove soluzioni, di essere considerati a prescindere dalla propria identità anagrafica: ma c’è, soprattutto, un improvviso gonfiarsi del suo criptowallet.
D’altra parte, dobbiamo riconoscere alla scena che si è costituita lungo gli anni attorno a criptovalute e blockchain, e che è ascesa a improvvisa visibilità con il boom degli NFT (non fungible token) all’inizio del 2021, il fatto inedito di essersi costituita attorno a un’idea di futuro. Dopo anni di depressione economica e psichica, di «there is no alternative», di morte del futuro, di presentismo e millenarismo, di rassegnazione e inviti a convivere con il problema, la blockchain sta, nel bene e nel male, reinventando il futuro.
Nei due brevi estratti che seguono, tratti dall’ultimo capitolo di Surfing con Satoshi, cerco di ripercorrere alcuni tratti salienti di questa reinvenzione, limitatamente all’economia dell’arte, evidenziandone criticità e potenzialità e soppesandole su una bilancia.