In an order issued on October 25, 2023 in the District Court of Central California, judge John Walter condemned artists Ryder Ripps and Jeremy Cahen to pay Yuga Labs, the company behind the NFT collection Bored Ape Yacht Club (BAYC), about 1.6 million dollars, including statutory damages, fees and other costs. The decision followed a summary judgement issued on April 21, 2023, saying: “The court granted summary judgment in Yuga’s favor on its false designation of origin and cybersquatting claims, and against defendants’ First Amendment, nominative fair use and unclean hands affirmative defenses, as well as defendants’ counterclaim for knowing misrepresentation of infringing activity.” I wrote this essay for a workshop held at the University of London in September 2022, and first sent it to the editors in March 2023. It has been released recently as part of the book NFTs, Creativity and the Law: Within and Beyond Copyright, edited by Enrico Bonadio and Caterina Sganga, and published by Routledge. In it, I contextualize Ripps’ practice as conceptual appropriation art. Judge John Walter, I strongly disagree with you.
Domenico Quaranta, “‘If You Don’t Want Something Stolen, Don’t Put it on the Net’. Appropriation Art from Early Net Art to NFTs”, in Enrico Bonadio, Caterina Sganga (eds.), NFTs, Creativity and the Law: Within and Beyond Copyright, Routledge, London 2024, pp. 201-217.
I’m in this big expensive book with a short text about an artist I love and I’m happy to share it with you! “Encompassing the entire NFTs ecosystem — from algorithmic art to avatars — the first major art history survey of this field includes 10 academic essays and richly illustrated profiles of 101 key artists. Connecting the disruptive contemporary medium to its art historical context, this volume offers a deep dive into the sphere of non-fungible tokens and is also available for purchase in crypto.”
“Domenico Quaranta On Casey Reas”, in Robert Alice (Ed.), On NFTs. Collector’s Edition, Taschen, Koln 2024, pp. 144-145
Alberto Fiz mi ha fatto un paio di domande per un articolo poi pubblicato sul Giornale dell’Arte, sull’arte digitale nel mercato dell’arte e sugli effetti della bolla speculativa degli NFT. A seguire il Q&A integrale.
AF. Sto facendo un’inchiesta sul Giornale dell’Arte sulle ragioni secondo cui il mercato dell’arte snobba l’arte digitale nonostante abbia un ruolo sempre più significativo. Tu stesso ne parli nel tuo libro Media, New Media, Postmedia scrivendo: “Il mondo della New Media Art si regge su un’economia che non prevede nel suo sistema di distribuzione un mercato dell’arte.” In che senso? Pensi che ci possa essere un sistema di mercato alternativo?
[English version below] Nel corso degli ultimi anni, la blockchain si è imposta non solo per la sua funzione originaria di registro destinato al conio e alla circolazione delle criptovalute, ma anche come infrastruttura fondante di una nuova visione di internet, basata sull’anonimato, la crittografia, la decentralizzazione, la protezione e il controllo individuale dei dati: il cosiddetto Web3. All’indomani dell’esplosione della bolla speculativa degli NFT, e in una fase di crisi delle criptovalute, è urgente in ambito artistico una riconsiderazione degli aspetti meno visibili e meno discussi della blockchain, per capire non solo come l’arte possa usarla, ma anche come possa condizionarne lo sviluppo futuro: analizzando e decostruendo le narrative dominanti, investigando le culture e le ideologie che l’hanno plasmata, approfondendo le sue applicazioni sociali e le potenzialità che offre in termini di costruzione comunitaria e di governance.
Introdotta e moderata dal prof. Domenico Quaranta, la conferenza Beyond Financialization: Blockchain, Mysticism, Community and Art approfondirà queste questioni con l’aiuto del prof. Martin Zeilinger, ricercatore, curatore e Senior Lecturer in Computational Arts and Technology alla Abertay University di Dundee, Scotland; e della ricercatrice e curatrice Inte Gloerich, attualmente impegnata in un dottorato di ricerca promosso dalla Utrecht University e dall’Institute of Network Cultures di Amsterdam sugli immaginari tecnosociali della blockchain.
For the online exhibition The Byzantine Generals Problem, which is still available online at Distant.Gallery, Aksioma produced an exhibition booklet which still sums up very well what I believe art on the blockchain is and shoud be. Check it out at the link below!
Domenico Quaranta, The Byzantine Generals Problem, exhibition booklet, Aksioma – Institute for Contemporary Art, Ljubljana 2022
On November 12, 2022, I had the pleasure to introduce and moderate a conversation between María Paula Fernández, Michelle Kasprzak, Vuk Ćosić and Cornelia Sollfrank in the framework of the conference “From Commons to NFTs”, organized by Aksioma – Institute for Contemporary Art in Ljubljana. A video recording of the conversation is now available on Youtube. A transcript of my intro speech with references and links has been minted on my Mirror blog for those of my readers who’d like to collect and support.
Elena Giulia Rossi asked me a few questions about the topics of my book Surfing with Satoshi, one year after the first Italian edition, and in the days when cryptocurrencies are falling free and the new English edition of the book is coming out. The interview is now available on Arshake, in Italian and English (translated by the magazine). We discuss about the countercultural aspects of net-based art, the new challenges to the preservation of digital media, the blockchains environmental impact, speculative bubbles and utopian promises. Check it out!
I’m happy and proud to announce that my book Surfing with Satoshi. Art, Blockchain and NFTs is now available in English! Scheduled for release on May 25, the book can be pre-ordered on Aksioma’s online store with free shipping, alone or in a special combo with Hyperemployment. Post-work, Online Labour and Automation (2019), funnily named “Combo 40”.
Un breve testo sugli NFT che mi sono divertito a scrivere per un altro Domenico. Lunghezza, contesto e compagnia sollecitavano una forma – manifesto, non mi sono fatto pregare. Pubblicato in AAVV, Disordinary Beauty. The Torn Sense of Beauty, catalogo della mostra, Biffi Arte – Fuori Visioni, Piacenza 2021, pp. 29 – 30.
L’introduzione degli NFT ha portato il mercato dell’arte nata digitale a un salto di scala. Quello che ieri veniva considerato un mercato di nicchia, per collezionisti raffinati e coraggiosi, oggi ha un volume che supera il miliardo di dollari; opere che ieri venivano considerate invendibili sono oggi trattate come beni di investimento. Oggi, un file .jpg è la terza opera d’artista vivente più pagata al mondo, dopo un quadro e una scultura. Che esista un prima e un dopo Beeple non è una vanteria, è un dato di fatto.
Ma quelli economici non sono gli unici equilibri ad essere stati scombussolati. Creatori fino a ieri sconosciuti al mondo dell’arte fanno scomparire artisti con una lunga storia, una solida reputazione critica e un inattaccabile pedigree istituzionale. Il mondo dell’arte contemporanea boccheggia, e arranca per stare al passo. Attorno agli NFT si è costituito un altro mondo dell’arte, con tre attori principali: i creatori, le piattaforme, i collezionisti. Se le seconde assorbono, all’occasione, una porzione della funzione curatoriale (selezionando gli artisti, categorizzando le opere) sono i collezionisti i veri curatori di questo spazio. Sono loro, con i loro portafogli che grondano cripto, che decidono chi sale in cima alla piramide e chi è destinato a consolidarne la base, comprando criptovaluta e pagando gas fee. Se guardiamo alle opere dei 100 artisti più quotati, vediamo i loro collezionisti: il loro background culturale, i loro gusti estetici, la loro agenda politica, le loro passioni, la loro voglia di cambiare il mondo, la loro ignoranza in fatto di arte.
Non deridiamo l’ignoranza: è uno straordinario fattore di cambiamento e di innovazione. Sull’eccesso di conoscenza, sull’adesione incondizionata a un codice si costruisce un’Accademia, non un’Avanguardia. In fondo, è l’ignoranza che ha generato Beeple: l’ignoranza e l’economia, il desiderio di rendere visibile al mondo, attraverso un’immagine, come criptovalute e blockchain lo abbiano cambiato nei 13 anni della loro esistenza, e come potrebbero cambiarlo in futuro.
L’ignoranza non mi preoccupa, l’economia sì. Gli NFT sono il prodotto di un mondo dove, per ora, conti solo per quello che hai nel portafogli (trasparente, pubblico, accessibile a tutti). Qualsiasi cosa tu voglia dire, è il tuo wallet che ti da la voce per dirlo. Qualsiasi cosa tu voglia fare, implica una transazione. Accedi col wallet. Firma col wallet. Vota col wallet. Minta col wallet. Compra col wallet.
Gli NFT sono molto giovani. La loro rivoluzione è ancora pura, grezza, immatura. Il futuro dell’arte su blockchain dipenderà, in gran parte, da quanto questo mondo dell’arte resterà uguale a se stesso e da quanto si rivelerà in grado di cambiare, di ibridarsi, di attenersi o di rinunciare alle proprie istanze native.