A View from Above

Exhibitions
James Bridle, Drone Shadow, 2012 - ongoing. Photo Madana Gritane
James Bridle, Drone Shadow, 2012 – ongoing. Photo Madana Gritane

Curated by: Domenico Quaranta, Salvatore Vitale, Samuele Piazza

For: EXPOSED Torino Photo Festival

At: OGR Torino, Binario 2

May 2 – June 2, 2024

Featured artists: James Bridle; Laura Cinti; Mario Giacomelli; Mishka Henner; Hiwa K; Tabita Rezaire; Evan Roth; Susan Schuppli; Tomas Van Houtryve

In recent years the view from above, a once exceptional point of view reserved to people in power and inhuman agents like birds, angels and gods, has become widespread and accessible. In 2011, artist and writer Hito Steyerl introduced the concept of “vertical perspective” to address the “departure of a stable paradigm of orientation”, and to describe what can be seen, to all effects, as the emergence of a new scopic regime. 

By replacing the stable horizon and the role played by linear perspective along modernity, vertical perspective established “a new visual normality”, firmly rooted in the tools of surveillance and warfare. First perceived as a liberation and a new way of seeing, vertical perspective loses its romantic grip to become identified with the point of view of the power that kills and controls when satellites and drones enter the equation. Always the outcome of a constructed, machine-aided experience of the world, the view from above delocalizes and ultimately de-humanizes the gaze, allowing a God’s eye view on reality not only in terms of position, but also in the way it captures additional information and data; it looks through reality instead of sticking to its surface, and generates “total images” that are both and neither images and maps, representations and visualizations blurring the difference between place and space. By adopting vertical perspective as its main point of view, A View From Above is a group exhibition curated by Domenico Quaranta, Salvatore Vitale and Samuele Piazza for EXPOSED Torino Photo Festival. Presented at OGR Torino, the exhibition explores the way in which our look on landscapes through the camera eye has changed along the last decades, and how this shift in scopic regimes affected the way we control, design and shape the environment we live in.

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Negli ultimi anni la visione dall’alto, un punto di vista un tempo eccezionale e riservato a persone di potere e ad agenti non umani come uccelli, angeli e divinità, è diventata diffusa e accessibile. Nel 2011, l’artista e scrittrice Hito Steyerl ha introdotto il concetto di “prospettiva verticale” per affrontare “l’abbandono di un paradigma stabile di orientamento” e per descrivere ciò che può essere visto, a tutti gli effetti, come l’emergere di un nuovo regime scopico. 

Sostituendo l’orizzonte stabile e il ruolo svolto dalla prospettiva lineare nel corso della modernità, la prospettiva verticale ha stabilito “una nuova normalità visiva”, saldamente radicata negli strumenti di sorveglianza e guerra. Inizialmente percepita come una liberazione e un nuovo modo di vedere, la prospettiva verticale perde la sua presa romantica per identificarsi con il punto di vista del potere che uccide e controlla quando satelliti e droni entrano in gioco. Sempre frutto di un’esperienza del mondo costruita e assistita dalle macchine, la prospettiva verticale delocalizza e, in ultima analisi, de-umanizza lo sguardo, consentendo uno sguardo divino sulla realtà non solo in termini di posizione, ma anche nel modo in cui cattura informazioni e dati aggiuntivi, guardando attraverso la realtà invece di attenersi alla sua superficie, e generando “immagini totali” che sono insieme immagini e mappe, rappresentazioni e visualizzazioni, e erodono la distinzione tra luogo e spazio.

Adottando la prospettiva verticale come punto di vista principale, A View From Above è una mostra collettiva curata da Domenico Quaranta, Salvatore Vitale e Samuele Piazza per EXPOSED Torino Photo Festival. Presentata a OGR Torino, la mostra esplora il modo in cui il nostro sguardo sul paesaggio mediato dall’obiettivo fotografico sia cambiato negli ultimi decenni, e come questo spostamento di regimi scopici abbia influenzato il modo in cui controlliamo, progettiamo e modelliamo l’ambiente in cui viviamo.