L’ignoranza non mi preoccupa, l’economia sì

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Un breve testo sugli NFT che mi sono divertito a scrivere per un altro Domenico. Lunghezza, contesto e compagnia sollecitavano una forma – manifesto, non mi sono fatto pregare. Pubblicato in AAVV, Disordinary Beauty. The Torn Sense of Beauty, catalogo della mostra, Biffi Arte – Fuori Visioni, Piacenza 2021, pp. 29 – 30.

L’introduzione degli NFT ha portato il mercato dell’arte nata digitale a un salto di scala. Quello che ieri veniva considerato un mercato di nicchia, per collezionisti raffinati e coraggiosi, oggi ha un volume che supera il miliardo di dollari; opere che ieri venivano considerate invendibili sono oggi trattate come beni di investimento. Oggi, un file .jpg è la terza opera d’artista vivente più pagata al mondo, dopo un quadro e una scultura. Che esista un prima e un dopo Beeple non è una vanteria, è un dato di fatto.

Ma quelli economici non sono gli unici equilibri ad essere stati scombussolati. Creatori fino a ieri sconosciuti al mondo dell’arte fanno scomparire artisti con una lunga storia, una solida reputazione critica e un inattaccabile pedigree istituzionale. Il mondo dell’arte contemporanea boccheggia, e arranca per stare al passo. Attorno agli NFT si è costituito un altro mondo dell’arte, con tre attori principali: i creatori, le piattaforme, i collezionisti. Se le seconde assorbono, all’occasione, una porzione della funzione curatoriale (selezionando gli artisti, categorizzando le opere) sono i collezionisti i veri curatori di questo spazio. Sono loro, con i loro portafogli che grondano cripto, che decidono chi sale in cima alla piramide e chi è destinato a consolidarne la base, comprando criptovaluta e pagando gas fee. Se guardiamo alle opere dei 100 artisti più quotati, vediamo i loro collezionisti: il loro background culturale, i loro gusti estetici, la loro agenda politica, le loro passioni, la loro voglia di cambiare il mondo, la loro ignoranza in fatto di arte.

Non deridiamo l’ignoranza: è uno straordinario fattore di cambiamento e di innovazione. Sull’eccesso di conoscenza, sull’adesione incondizionata a un codice si costruisce un’Accademia, non un’Avanguardia. In fondo, è l’ignoranza che ha generato Beeple: l’ignoranza e l’economia, il desiderio di rendere visibile al mondo, attraverso un’immagine, come criptovalute e blockchain lo abbiano cambiato nei 13 anni della loro esistenza, e come potrebbero cambiarlo in futuro.

L’ignoranza non mi preoccupa, l’economia sì. Gli NFT sono il prodotto di un mondo dove, per ora, conti solo per quello che hai nel portafogli (trasparente, pubblico, accessibile a tutti). Qualsiasi cosa tu voglia dire, è il tuo wallet che ti da la voce per dirlo. Qualsiasi cosa tu voglia fare, implica una transazione. Accedi col wallet. Firma col wallet. Vota col wallet. Minta col wallet. Compra col wallet.

Gli NFT sono molto giovani. La loro rivoluzione è ancora pura, grezza, immatura. Il futuro dell’arte su blockchain dipenderà, in gran parte, da quanto questo mondo dell’arte resterà uguale a se stesso e da quanto si rivelerà in grado di cambiare, di ibridarsi, di attenersi o di rinunciare alle proprie istanze native.

Domenico Quaranta, 15.11.2021

#artworlds

Reading Group

“All of this, and everything we have not yet managed to account for, can be taken care of with a simple theorem: that the expression New Media Art identifies an “art world” that is entirely independent, both from the world of contemporary art and any other “art world”. To be comprehensible, the definition of New Media Art must be based on sociology rather than technology.
In other words, the expression New Media Art – like those which preceded it and those which will sooner or later follow it – does not indicate the art that uses digital technology as an artistic medium; it is not an artistic genre or an aesthetic category; it does not describe a movement or an avant-garde. What the expression New Media Art really describes is the art that is produced, discussed, critiqued and viewed in a specific “art world”, that we will call the “New Media Art world”.”

Arns & Lillemose

Quote

“[…] both within the computer based art world and the non-computer based art forces are working against an integration of the two worlds that actually both would benefit from.”

Inke Arns & Jacob Lillemose, “It’s contemporary art, stupid”. Curating computer based art out of the ghetto, 2005

Seth Price

Quote

“Some of the most interesting recent artistic activity has taken place outside the art market and its forums. Collaborative and sometimes anonymous groups work in fashion, music, video, or performance, garnering admiration within the art world while somehow retaining their status as outsiders, perhaps due to their preference for theatrical, distribution-oriented modes. Maybe this is what Duchamp meant by his intriguing throwaway comment, late in life, that the artist of the future will be underground.” 

Seth Price, in Dispersion, 2002 – ongoing